PCI - UNA LISTA PER IL LAVORO A BRESCIA
DAL PROGRAMMA DI COALIZIONE PER LE AMMINISTRATIVE BRESCIANE A SOSTEGNO DI ALESSANDRO LUCA'
- LAVORO
Brescia, città di storica vocazione industriale, si classifica oggi al 41° posto in Italia per crescita salariale ed è fanalino di coda per salario medio in Lombardia (seguita dalla sola Sondrio). Nel 2022 la nostra provincia ha inoltre avuto il triste primato di Capitale delle Morti sul Lavoro. Benché la legislazione del lavoro non sia materia di competenza comunale, il Comune di Brescia può rendersi protagonista di una serie di azioni positive volte a creare lavoro pulito e dignitoso, in primo luogo evitando di scaricare all’esterno funzioni che attengono alla propria diretta responsabilità, in secondo luogo, con la leva della pianificazione urbanistica, richiamando, con il recupero degli spazi industriali dismessi e con incentivi sull’affitto o sulle Imposte Comunali, attività moderne, sostenibili e ad alto valore aggiunto che diano alla gioventù e alla Città prospettive di lavoro sicuro, tutelato, ben remunerato e qualificante che attualmente sono negate. Non adagiarsi nel brodo della terziarizzazione, della precarizzazione, delle violazioni contrattuali, della marginalizzazione di quante e quanti sono confinati nell’inferno della sottoccupazione, della disoccupazione involontaria e dell’indigenza dovrebbe essere l’imperativo categorico di ogni amministrazione pubblica.
Le nostre proposte:
● creare un assessorato al lavoro con funzioni di coordinamento e indirizzo tra gli Assessorati all’Ambiente, al Turismo, ai Trasporti, al Commercio, all’Edilizia e opere pubbliche. L’attività di questo Assessorato dovrebbe progettare lo sviluppo dei servizi e la bonifica del territorio, intervenire sulle crisi aziendali, orientarsi al dialogo con sindacati, imprese, artigiani, affinché neppure una possibilità di creare posti di lavoro e di salvare quelli esistenti vada perduta. L’Assessorato, unitamente a quello per l’Ambiente, deve operare per la salvaguardia della salute dei lavoratori e delle lavoratrici, della cittadinanza e del territorio ed esercitare in modo adeguato e pieno la sorveglianza, segnalando con sollecitudine le anomalie, perché non siano lesi, e nemmeno contrapposti tra loro, il diritto alla salute e quello al lavoro;
● reinternalizzare i servizi e attività che sono stati affidati a cooperative o privati, invertendo la tendenza che ha visto i dipendenti comunali diminuire negli ultimi anni di oltre il 20% (in presenza di un aumento dei lavoratori che lavorano per il Comune). Dove non possibile, le condizioni contrattuali e lavorative di tutti i lavoratori delle cooperative o aziende che lavorano per il comune devono essere almeno eguali a quelle dei dipendenti comunali;
● istituire un ufficio dedicato al supporto psicologico e finanziario orientato all’inserimento lavorativo di persone disoccupate (compresi progetti per gli ex-detenuti) o all’impiego in lavori socialmente utili (manutenzioni dei giardini, delle strade, dei plessi scolastici con tinteggiature, manutenzione degli infissi, sgombero dei materiali, etc., assistenza agli anziani- con ad es. accompagnamento per visite sanitarie- e ai disabili, per tutte le necessità drammaticamente accentuatasi con la pandemia; raccolta presso la grande distribuzione di alimenti in prossimità di scadenza per essere immediatamente distribuiti sul territorio);
● procedere alla cessione di palazzi pubblici non utilizzati a soggetti anche privati, secondo un progetto definito dal Comune, in regime di enfiteusi e con canone adeguato alle finalità perseguite, anche al fine di evitare il degrado e la pressione fiscale;
● istituire un numero verde per la denuncia di sfruttamento e rischio per la sicurezza sul lavoro in stretta collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro;
● vincolare una quota significativa delle aree industriali dismesse ad attività produttive sostenibili e dinamiche, interconnesse con la città e i poli Universitari e di ricerca tramite collegamenti di mobilità “dolce” per merci e persone che non aggravino la già critica situazione del traffico cittadino, anche ripristinando l’ancora esistente collegamento ferroviario dal polo logistico della Piccola Velocità, il comparto Milano e l’Iveco, che trasporta su gomma i mezzi da assemblare da e verso lo stabilimento di Suzzara (MN). Affidare alla facoltà di ingegneria civile e ambientale dell'Università di Brescia la progettazione di “riuso” di questi spazi industriali abbandonati tramite rifunzionalizzazioni moderne, dinamiche e sostenibili degli spazi ora abbandonati;
● impedire la costruzione di nuovi centri commerciali e sostenere realmente il commercio di vicinato e il commercio ambulante con regole chiare e trasparenti, frutto anche di confronto continuo con le associazioni di categoria.