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Lombardia maglia nera per le morti sul lavoro, la Giunta se ne fotte.

Scritto da Dipartimento Lavoro PCI Lombardia. Postato in NEWS

Oltre che per avere “immobilizzato” il 44% dei fondi stanziati per il Covid (circa due milioni di Euro) la Corte dei Conti boccia la Giunta Lombarda anche sulle politiche di contrasto agli infortuni sul lavoro. Nel rapporto si rileva come, a fronte di un aumento delle denunce di infortunio e delle morti sul lavoro sia nel 2021 che nel primo semestre ’22 (58 i morti sul lavoro in regione, Brescia maglia nera con 15 infortuni mortali al 22 Luglio) siano invece al livello del 2020 (con il lockdown ecc.) il numero delle ispezioni e sia diminuito il numero delle imprese ispezionate. Anche sui morti i nostri governanti “fanno la cresta”, come su tutto ciò che spetterebbe “al popolo”.

Fontana durante l’audizione nemmeno commenta su questi punti, risponde solo in merito alle Olimpiadi di Milano Cortina, i morti della pandemia e quelli sul lavoro non meritano risposta.

Intanto sul lavoro, quando c’è, si continua a morire, come ricorda ogni giorno Carlo Soricelli dalle pagine del suo blog https://cadutisullavoro.blogspot.com/ aperto nel 2008 per ricordare i martiri della Tyssenkrupp ed unico sito di informazione che si occupa di censire “tutti” i caduti sul lavoro al di la dell’istituto previdenziale di appartenenza o della regolarità o meno del contratto di lavoro.

Dall’inizio dell’anno sono morti 850  lavoratori, 449 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni.

 La classe politica italiana tutta si è ampiamente dimostrata inadeguata a difendere le istanze e i bisogni dei lavoratori e dei cittadini, finanche a garantirne salute e sicurezza. Ci hanno portato sull’orlo del baratro continuando a recitare il loro ignobile teatrino parlamentare e amministrativo, bivacco di manipoli dal quale urge liberarsi.

E’ tempo che la classe lavoratrice e produttrice si riorganizzi in un progetto politico autonomo, indipendente ed alternativo al “pensiero unico” imperialista del capitalismo finanziario multi e “sovra” nazionale, che ripristini democrazia, legalità e diritti in una Repubblica che sarebbe “fondata sul Lavoro” e la Sovranità del Popolo e non sui profitti e l’autoritarismo di pochi o sui diktat dell’Unione Europea. Un progetto che riapra la questione della visione socialista in Italia, in Europa e nel mondo.

Per questo progetto il Partito Comunista Italiano c’è.

Dip. Lavoro PCI LOMBARDIA

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