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PCI PCDI

  • Qualche giorno fa, nella riposta che abbiamo inviato come Comunisti Italiani veneti alla richiesta del segretario regionale del PD di lavorare a un programma comune per le regionali, abbiamo tentato di spiegare la distanza incolmabile tra le posizioni politiche dei due partiti. Distanza che impedisce qualsiasi accordo. Abbiamo sollevato, prioritariamente, il problema della “questione morale” e di quelle, ormai abituali, forme di finanziamento delle campagne elettorali da parte di ricchi privati che potrebbero configurare un conflitto di interesse, che sostituiscono il finanziamento pubblico e che sono inaccettabili per chi si propone di rappresentare chi vive del proprio lavoro.

  • Esprimo la solidarietà mia e di tutto il Partito Comunista d’Italia ai compagni del CSA Dordoni di Cremona, vittime di una assalto di gravità inaudita da parte di una squadraccia neofascista, una banda comprendente elementi anche estranei alla città che tradisce la premeditazione di questa azione. Noi da sempre siamo per lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste, in conformità alla legge ed al dettato della Costituzione repubblicana ed antifascista tanto più a 70 anni dalla vittoria della resistenza sul nazifascismo.

  • Gli ultimi anni nel nostro Paese si è verificato un disastroso abbattimento del diritto dei lavoratori, portando la stessa Italia ad affrontare una crisi infinita. Il Pdci ha voluto fondare un nuovo partito politico che riunirà tutti i grandi soggetti della vera sinistra italiana, infatti nel nuovo Partito Comunista d’Italia vi è la volontà di guidare un largo fronte, per tutelare il martoriato campo del lavoro. La libertà degli uomini è messa in pericolo dallo sconfinato sistema economico. Senza questo diritto si rischia di cadere nel macabro tunnel del non ritorno.

  • Esprimo la profonda soddisfazione mia e di tutto il Partito Comunista d’Italia per la riuscita della manifestazione di lancio dell’associazione per la ricostruzione del Partito Comunista. Il 20 dicembre centinaia di compagne e compagni hanno affollato il Centro Congressi Cavour di Roma per dimostrare la loro adesione convinta ad un progetto di ricostruzione di un soggetto politico comunista unitario e rinnovato. Un apporto prezioso ai processi unitari a sinistra a cui i comunisti organizzati in partito devono portare il loro contributo.

    A 20 anni circa dalla sciagurata scelta di chiudere l’esperienza del Partito Comunista Italiano e all’epilogo del renzismo a cui sono giunti i fautori di quella “svolta”, i comunisti riaffermano la loro volontà di essere parte delle dinamiche della società e di essere il soggetto rivoluzionario del cambiamento autentico.

  • Fausto Sorini, resp. Esteri Pdci:

    Nei giorni scorsi è stata lanciata una campagna per l’uscita dell’Italia dalla Nato. Una iniziativa che ha l’obiettivo di mettere in discussione l’Alleanza che è al centro di tutti i conflitti di questi ultimi anni.

    Il Pdci è fra i promotori di questa campagna e invita tutt@ ad aderire e a lavorare per dare massima diffusione a questa iniziativa. Di seguito il manifesto politico IN ITALIANO E IN INGLESE.

  • Brescia 5 dicembre 2014

    I compagni del PdCI di Brescia, così come molti lavoratori, ritengono lo sciopero generale di venerdì 12 dicembre una tappa importante nel percorso aperto di costruzione di una opposizione efficace alle politiche del governo Renzi.
    Il Jobs Act, contro il quale manifesteremo, è solo l'ultimo provvedimento dei tanti che hanno marchiato con l’ingiustizia questa crisi economica, chiarendo a tutti che non la democrazia si vuole, ma il sopruso sistematico a partire dai luoghi di lavoro..
    Sottolineando che la reazione politica adeguata deve passare per la costruzione di una opposizione unita e chiara, proponiamo che si costruisca uno spezzone unitario dei comunisti, unito da uno striscione da decidere con la più ampia condivisione.
    Per chi voglia parlarne e aderire apriamo la nostra riunione di mercoledì 10 dicembre nello 'scantinato dei comunisti' in via cesare arici 15 (zona Fiumicello) alle ore 20.45

    la Segreteria del PdCI di Brescia

  • Le elezioni regionali di novembre, Emilia-Romagna e Calabria, esprimono dati drammatici di astensione e di spostamento a destra dell'elettorato . La crisi sociale morde e lascia il segno.

    Coloro che si riconoscono nel governo diventano gruppo sempre più sparuto ancorché preponderante, degna rappresentazione di una oligarchia: una vittoria di minoranza.

    In una Regione Emilia Romagna falcidiata dalle condanne e dagli avvisi di garanzia, va a votare solo un elettore su tre e la maggioranza, che si attesta al 50%, viene espressa da un elettore su sei. Non si sono mobilitate né le strutture del PD (in disarmo evidente, un disarmo evocato dal premier), né quelle del sindacato.

  • Quando nella società vengono meno tutte le certezze e i pilastri che la sorreggono è inevitabile che ci siano caos e confusione.Ad oggi possiamo dire con certezza che "grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è dunque eccellente", ma eccellente per cosa? per quale azione da intraprendere?

  • La provocatoria visita bresciana di lunedì 3 novembre del Presidente del Consiglio ad una selezionata platea di industriali dalla marcata vocazione antisindacale - con tanto di lavoratori costretti a ferie forzate pagate di tasca propria - e il suo ostentato disprezzo nei confronti della mobilitazione di lavoratori organizzati dalla CGIL e dalla FIOM è stata volta, con ogni evidenza, a rimarcare la debolezza dei lavoratori stessi sul piano politico.