FIORI E GERARCHI

Come capita dopo un qualche uragano, ci accorgiamo che questa influenza, non ancora terminata, non ha lasciato dietro di sè solo lutti e problemi economici.
Abbiamo riscoperto il valore delle presenze umane che ci hanno aiutato, la disciplina collettiva fatta del rispetto per la salute di tutti, l’importanza del lavoro di chi coltiva pomodori, di chi li trasporta, di chi li vende, magari mettendo consapevolmente in pericolo la propria incolumità per consentirci di mangiare quando tutto si era fermato. E ancora il sacrificio delle vite di infermieri e medici, l’abnegazione di associazioni che si sono prestate al servizio di supporto, la generosità di aiuti internazionali, l’insostituibilità di operai chiamati spesso illegalmente e impudentemente a non far fermare la macchina produttiva, la disponibilità alla chiusura dei piccoli esercizi commerciali che pure rischiavano tutto.
Insomma ci portiamo dentro la percezione che ogni momento di sollievo in questi mesi ci sia stato donato da questa o quella parte della categoria dimenticata che sono i lavoratori in un frangente dove sono emerse impietosamente tutte le deficienze strutturali del nostro sistema.