RASSEGNA STAMPA DAL 25 APRILE DI MACLODIO (BS)
Il 25 Aprile a Maclodio
Quando il sindaco Simone Zanetti ha iniziato il suo discorso davanti al monumento ai caduti è partito il coro di "Bella ciao" intonato dalle associazioni intervenute per celebrare, anche a Maclodio, gli 80 anni della Liberazione. Il paese nelle scorse settimane è balzato agli onori delle cronache per il rifiuto del primo cittadino di di festeggiare la Liberazione come la si festeggia in tutta Italia.
Per lui, non è la festa dei partigiani, il 25 Aprile, ma solo la data della fine di una guerra civile. Non ci sono valori da contrapporre e pesare, ma solo la fotografia asettica di un evento bellico, come altri. C’è solo la prospettiva storica, ma nessuno spazio per quella valoriale, fondativa della Repubblica.
"Bella ciao" intonata a Maclodio - video OnlyCrew
Al grido di "ora e sempre resistenza!" un gruppo di cittadini ha contestato Zanetti, sindaco che dal 2019 ha ridotto le celebrazioni del 25 aprile ad una commemorazione dedicata ai caduti della guerra. L'intervento del primo cittadino di Fratelli d'Italia è stato coperto dalle voci dei manifestanti, che hanno anche intonato il canto 'Bella ciao'.
"La manifestazione si è svolta senza modificare di una virgola quello che è sempre avvenuto a Maclodio, perché l'idea conta molto di più di una canzone. Abbiamo ascoltato l'inno nazionale e la canzone del Piave", ha detto il primo cittadino davanti al monumento ai Caduti.
Alla cerimonia erano presenti la federazione di Brescia del Pci con il segretario regionale Lamberto Lombardi, l'Anpi sezione 25 aprile di Longhena, Brandico, Mairano; il collettivo Linea rossa Bassa bresciana; i pensionati della Cgil Bassa occidentale. A fianco del sindaco era presente anche il senatore di Fratelli d'Italia Gianpietro Maffoni.
"Il sindaco di questo paese ha impedito alle associazioni partigiane di essere presenti come parte istituzionale della celebrazione, come avviene in tutta Italia e come dicono le leggi e la Costituzione. Non è certo uno spettacolo di democrazia ma di esclusione", ha replicato a nome degli antifascisti al termine della cerimonia l'avvocato Pietro Garbarino.
https://www.ilgiorno.it/brescia/politica/25-aprile-maclodio-mmkr14pm
Maclodio (Brescia), 25 aprile 2025 – Festa della Liberazione con polemica nel Bresciano. Oggi, 25 aprile e 80 anniversario della Liberazione, un gruppo di cittadini a Maclodio (Brescia) ha contestato il primo cittadino Simone Zanetti al grido di "ora e sempre resistenza!”.
La contestazione è scattata stamani nel piccolo centro di 1.500 abitanti in provincia di Brescia, dove dal 2019 le celebrazioni del 25 aprile sono state ricondotte ad una commemorazione dedicata ai caduti della guerra. L'intervento del primo cittadino di Fratelli d'Italia è stato coperto dalle voci dei manifestanti, che hanno anche intonato il canto 'Bella ciao'.
/https://www.giornaledibrescia.it/cronaca/maclodio-25-aprile-bella-ciao-q7ns46e5
Una manifestazione che non ha di certo unito. La celebrazione per il 25 Aprile a Maclodio è stata momento di forte tensione tra chi, come il sindaco Simone Zanetti, la reputa una festa divisiva e chi, invece, ha deciso di intonare a gran voce Bella ciao cercando di sovrastare il discorso istituzionale.
Le parole del sindaco
«L'ideale che commemoriamo oggi è più forte rispetto a qualsiasi canzone – sottolinea Zanetti –. Bisogna rimarcare il significato di questa data che ha connotazione storica ben precisa e ricorda un periodo di guerra civile. Noi onoriamo tutti i caduti da diversi fronti commemorando chiunque abbia agito secondo ciò in cui credeva e con finalità virtuosa: per questo non intendo metaforicamente sputare nemmeno sul sangue dei vinti»
La risposta
A lui controbatte, a fine celebrazione, l'avvocato Pietro Garbarino che da un podio improvvisato raduna i presenti rimasti: «Abbiamo assistito oggi ad una sequela di bestemmie e imprecisioni storiche – commenta –. Il sindaco ha impedito alle associazioni partigiane di essere presenti come avviene invece nel resto d'Italia per legge. Questo è stato uno spettacolo non di democrazia ma di esclusione antidemocratica e vilipendio delle istituzioni e della Costituzione». A ciò aggiunge: «È bene ricordare che la democrazia in cui viviamo oggi infatti è stata conquistata con il sangue non dei caduti delle due Guerre ma dei partigiani che hanno quindi piena legittimazione di essere celebrati».
Nel comune bassaiolo, l’ottantesimo anniversario della Liberazione è inspiegabilmente divenuto la ricorrenza per i Caduti delle due guerre mondiali. Se, modificando l’argomento della celebrazione, il sindaco Simone Zanetti cercava di unire la comunità, non si può certo dire che il tentativo sia andato a buon fine. Anzi, l’effetto è stato controproducente.
A riprova: il drappo nero collocato sul tricolore (italiano) della bandiera dell’associazione Combattenti e Reduci che ha assunto un significato diverso rispetto alla volontà di onorare Papa Francesco — l’indicazione prefettizia era la bandiera a mezz’asta — e la contestazione antifascista al Primo cittadino.
In piazza, i rappresentanti dell’Anpi, della Cgil, del Partito Comunista Italiano si erano già spazientiti per il cambio di spartito rispetto ai canoni abituali (si è suonata «La leggenda del Piave» anziché «Bella ciao») e quando il cerimoniere Giuliano Frosio, dell’associazione Combattenti e Reduci, ha letto tutti i nomi dei Caduti delle due guerre mondiali invitando i cittadini a rispondere: «Presente». Questo preambolo ha caricato gli antifascisti e, non appena il sindaco di Maclodio ha preso il microfono, è scattata la contestazione: prima è stata intonata «Bella ciao», poi si sono levati i cori «Ora e sempre Resistenza» e «Morte al fascio». Siccome Zanetti ritiene che «l’ideale sia più forte di un canto e di una contestazione», ha tenuto i nervi saldi e ha argomentato le proprie posizioni. Il sindaco ha ricordato che nella Seconda guerra mondiale ci sono stati «Caduti da ogni parte e commemoriamo chiunque abbia perseguito una finalità virtuosa. Non voglio sputare neppure sul sangue dei vinti».
Ultimata la cerimonia, hanno preso parola gli antifascisti. In piedi sulla panchina dinanzi al portone d’ingresso della scuola dell’infanzia Lorenzo Zirotti, Pietro Garbarino ha replicato: «Avete vilipeso le istituzioni e proporrò all’Anpi provinciale di presentare una denuncia. Questi sindaci che stravolgono la storia devono essere cacciati». A sfregio, una macchina nera degli anni ‘30 suona il clacson ma non interrompe l’intervento accorato di Garbarino.
Maclodio. Il 25 Aprile a Maclodio, piccolo comune della Bassa Bresciana, si è trasformato in un momento di divisione più che di unità. Durante la cerimonia al monumento ai caduti, il sindaco Simone Zanetti, esponente di Fratelli d’Italia, è stato contestato da una parte dei presenti mentre pronunciava il suo discorso. A coprirne le parole, le note di Bella ciao, intonate a gran voce dalle associazioni antifasciste e dai cittadini intervenuti per ricordare l’anniversario della Liberazione.
Le tensioni non sono nuove: Zanetti, già noto per la sua posizione critica nei confronti del significato tradizionale del 25 Aprile, da anni riduce la commemorazione a una semplice ricorrenza per onorare le vittime di ogni schieramento. «Per me – ha dichiarato – questa è la fine di una guerra civile, non la festa dei partigiani. Commemoriamo chiunque abbia combattuto in buona fede, non celebriamo una parte sola della storia»
All’evento erano presenti numerose realtà del territorio, tra cui la sezione bresciana del Partito Comunista Italiano con il segretario regionale Lamberto Lombardi, l’Anpi della zona e collettivi come Linea Rossa della Bassa Bresciana, oltre ai pensionati della Cgil. Ad affiancare il primo cittadino, anche il senatore di Fratelli d’Italia Gianpietro Maffoni.
Proprio la scelta di escludere le associazioni partigiane da un ruolo ufficiale nella cerimonia ha innescato la contestazione. A fine evento, l’avvocato Pietro Garbarino, voce del fronte antifascista, ha parlato apertamente di “esclusione antidemocratica” e di una “distorsione storica grave”. «Il sindaco ha impedito alle associazioni partigiane di essere riconosciute istituzionalmente nella commemorazione”, ha affermato. “Questo è un vilipendio della Costituzione, oltre che un insulto alla memoria di chi ha combattuto per liberarci dal nazifascismo».
La tensione si è quindi manifestata anche sul piano simbolico: mentre l’amministrazione comunale ha reso omaggio ai caduti con l’inno nazionale e la Canzone del Piave, gli attivisti hanno scelto di far risuonare Bella ciao, canzone simbolo della Resistenza, gridando «Ora e sempre Resistenza!» come atto di rivendicazione del significato profondo della giornata.
Il caso di Maclodio continua così ad alimentare il dibattito nazionale su come vada interpretata e celebrata la memoria del 25 Aprile. E mentre in tutta Italia si onora l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, in questo piccolo comune bresciano il passato resta motivo di conflitto, più che di condivisione.