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NATO

  • Manlio Dinucci

    Il contratto di governo, stipulato lo scorso maggio dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, ribadisce che l’Italia considera gli Stati uniti suo «alleato privilegiato». Legame rafforzato dal premier Conte che, nell’incontro col presidente Trump in luglio, ha stabilito con gli Usa «una cooperazione strategica, quasi un gemellaggio, in virtù del quale l’Italia diventa interlocutore privilegiato degli Stati uniti per le principali sfide da affrontare».

    Allo stesso tempo però il nuovo governo si è impegnato nel contratto a «una apertura alla Russia, da percepirsi non come una minaccia ma quale partner economico» e addirittura quale «potenziale partner per la Nato».

    È come conciliare il diavolo con l’acqua santa. Viene infatti ignorata, sia dal governo che dall’opposizione, la strategia Usa di demonizzazione della Russia, mirante a creare l’immagine del minaccioso nemico contro cui dobbiamo prepararci a combattere.

  • Le drammatiche vicende in Medio Oriente, in Nord Africa e ora in Ucraina nel cuore della stessa Europa segnano un deciso degrado dei rapporti internazionali. La pace in tutto il mondo è in serio pericolo e anche papa Francesco ha ammesso che stiamo ormai assistendo a molteplici episodi di un’unica guerra mondiale pronta a conclamarsi in tutti i suoi devastanti effetti.
         La NATO, da organizzazione formalmente difensiva da diversi decenni ha assunto un profilo aggressivo e minaccioso in aperta violazione con la Carta delle Nazioni Unite. Si dichiara che la nuova strategia della NATO è stata promossa per “difendere gli interessi dell’Occidente”, ma in realtà serve solo a salvaguardare un’egemonia globale statunitense sempre più in rotta di collisione con gli interessi dell’Italia, dell’Europa e del resto del mondo. Invece di promuovere negoziati globali si lanciano ultimatum militari e persino minacce di attacchi nucleari.
         Uscendo dalla NATO l’Italia si sgancerebbe da questa strategia di guerra permanente, che viola la nostra Costituzione, e assumerebbe una posizione di totale neutralità tra i contendenti, a vantaggio dei nostri interessi nazionali e della pace mondiale.     

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  • A quanto pare la Merkel ha indotto Schäuble (che stava facendo saltare il compromesso raggiunto il 20 febbraio con Atene, già parecchio oneroso per quest'ultima) a più miti consigli riguardo alla Grecia. Questo su pressione di Obama, che ritiene che una uscita della Grecia dall'euro (e contestuale suo accordo con la Russia) indebolirebbe il fronte sud-est della Nato e quindi il suo controllo su quella parte del Mediterraneo.

    Le lezioni contenute in questa vicenda sono diverse: