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NATI A LIVORNO - A 99 ANNI DALLA FONDAZIONE RICOSTRUIRE IL PARTITO COMUNISTA

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Ricordare la fondazione del partito comunista in Italia non può avere alcuna caratteristica nostalgica o di mera celebrazione, ma è l'occasione per riflettere sull'oggi, traendo spunto dalle lezioni di ieri. L'organizzazione e il partito dei comunisti è ancora oggi indispensabile. In una fase come questa, in cui - diciamolo chiaramente - i comunisti in quanto tali non godranno di alcun consenso o base elettorale di massa, si pone la questione della ricostruzione. Non ci sono rendite, eredità, non ci sono simboli o icone che faranno questo lavoro per noi. Per questa opera, non si può non partire dai noi, dai quadri comunisti. Per essere tali, abbiamo bisogno di un lavoro di approfondimento e nuova elaborazione sui temi, spesso inediti nella loro complessità, che la società ci consegna, senza cui non esiste la funzione stessa dei quadri. E non può esistere tale funzione se non si ha una linea, una vocazione, una iniziativa rivolta autenticamente e modernamente alle masse, al nostro popolo.
Sul piano politico, ai comunisti serve l'indipendenza e l'autonomia; così sul piano organizzativo; così sul piano sociale e sindacale. Abbiamo bisogno contestualmente, con questa indipendenza, con questa autonomia, di non essere un corpo estraneo alla società. Dobbiamo attraversarla, esserne parte nei fronti coi suoi settori più avanzati. Per farlo, serve un lavoro quotidiano, di militanza, di credibilità. Quest'ultima, si conquista con la coerenza, archiviando una stagione di sconfitte e di complicità anche a sinistra, specialmente e fortemente in campo sindacale ponendo al centro con urgenza la questione dell'organizzazione sindacale della classe, dell'iniziativa coerente e militante dei comunisti, non "nel sindacato" generalista, ma nel sindacato di classe, come quello che sta sconvolgendo la Francia di oggi.
Spetta a noi fare tutto questo, spetta a noi essere e agire da comunisti, in questo tempo.

Francesco Valerio Della Croce, segreteria nazionale PCI.

LICEO ARNALDO BRESCIA - MISERIE DI UN PTOF

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Nella presentazione del proprio Piano Triennale di Offerta Formativa (PTOF) il Liceo Classico statale di Brescia introduce, come ormai d’abitudine per queste ‘offerte’, gli elementi opportuni per un marketing scolastico volto a raccogliere iscrizioni: 1) pochi immigrati, 2)buona fama, 3) provenienza degli studenti dalla classe dirigente cittadina che garantirebbe ‘ricchezza di stimoli’ 4) continuità nel tempo con questa alta genealogia.

 

In questa ingenua rappresentazione commerciale, ad opera più di un battitore d’asta che di un educatore, c’è la valorizzazione di tutti quegli elementi che formativi non sono: la garanzia di una appartenenza ad una classe sociale dominante da cui sono esclusi i corpi estranei di altra classe sociale e di altra razza. Si garantisce cioè qull’elemento di marketing di sicura presa nelle televendite: l’esclusività.

 

Come insinuare in questo misero contesto intellettuale che gli elementi che hanno reso valida nel tempo quell’istituzione scolastica sono quelli non offerti nella ‘brochure’: una cultura umanistica ampia e severa, la capacità di elaborazione che avveniva di concerto con i fermenti sociali e culturali che si andavano incontrando, un interclassismo sostanziale che deve contraddistinguere ogni istituto scolastico e sopattutto quelli dell’obbligo orientandosi sul merito più che sulla provenienza famigliare? Sono queste premesse le uniche che possono garantire la ‘ricchezza di stimoli’ vantata nel PTOF, in totale entitesi con l’esclusività.

 

Ci permettiamo così un modesto insegnamento ai ‘fruitori del servizio scolastico’, agli studenti:

 

QUANDO LA SCUOLA DIVIENE MERCATO IL MERCATO DIVIENE SCUOLA

 

E la scuola diventa classista, razzista e ignorante.

 

Lamberto Lombardi

SEGRETARIO PROVINCIALE PCI BRESCIA

ex Studente Liceo Classico Arnaldo, BS

 

Otto anni di crisi siriana

Scritto da PCI Fed. Brescia.


 
 
di Roberta Rivolta
 
Questo “bigino” di otto anni di guerra in Siria è frutto di una collaborazione tra me e Giorgio Bianchi. È stato pubblicato sulla sua pagina FB e oggi ho pensato di riportarlo in una nota, perchè possa essere recuperato anche a distanza di tempo.
Ringrazio Gabriella Grasso e il sito Parallelo Palestina per il lavoro di raccolta e impaginazione dei sei post. E per la loro diffusione. https://sites.google.com/site/parallelopalestina/siria
 
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Si tratta chiaramente di un bigino che non ha assolutamente la pretesa di essere esaustivo, ma che ha lo scopo di fornire spunti di riflessione e di ricerca per coloro i quali vogliano uscire dalla logica fumettisca e caricaturale della stampa maistream.
Non esistono i buoni a prescindere, nè i cattivi per antonomasia.
Le vicende storiche andrebbero raccontate tenendo conto delle vicende pregresse, dei rapporti di forza e degli interessi individuali dei soggetti coinvolti.
Nessuna media e grande potenza è capitata nella crisi siriana per caso. Tutti hanno svolto un ruolo, dettato dalla volontà di ottenere vantaggi a medio e lungo termine.
Tuttavia, nel fiume di parole inutili e indignazioni telecomandate, bisogna sempre tenere a mente che chi sta pagando il conto di questa "consapevole follia" è il popolo siriano.
Ringrazio Roberta Rivolta per l'immane lavoro di ricerca e stesura. Il mio contributo si riduce a piccole integrazioni e modifiche.

EX-ILVA: Un contributo di G. Langella (PCI)

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Qualcosa su Arcelor Mittal

di Giorgio Langella

Langella

C’è qualcosa di inquietante nella vicenda Arcelor Mittal (ex ILVA) di Taranto. Adesso la nuova proprietà recede dall’accordo. La giustificazione primaria è che è stata tolta l’immunità penale. Ma non c’è solo questo perché altre sono le cause che hanno portato al recesso da parte della multinazionale indiana alla quale era stata “ceduta” l’ILVA.

Su Ansa si può leggere, infatti che, (oltre al mancato scudo legale e ai provvedimenti del tribunale di Taranto) “altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà di Arcelor Mittal, hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto”. “Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano”.

E, naturalmente, Confindustria scende in campo difendendo i padroni (del resto è il suo mestiere) e giustifica l’atteggiamento di Arcelor Mittal dichiarando che quanto sta succedendo è sola responsabilità di scelte irragionevoli e non meditate da parte del governo. Da più fronti (confindustria, lega e sodali, parte renziana del governo, sindacati …) si invoca il ripristino dello “scudo legale” cedendo al ricatto del colosso indiano dell’acciaio.

Intervista a Bashar Al Assad

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Pubblichiamo, grazie alla traduzione del Comitato Contro la guerra Milano, la prima parte di una lunga e interessante intervista rilasciata dal Presidente siriano Bashar Al Assad ai media locali.

Intervista del Presidente Bashar al-Assad rilasciata al-Sourya TV e al-Ikhbarya TV
31/10/2019
 
Damasco, SANA
 Il presidente Bashar al-Assad ha sottolineato che le scene trasmesse dagli Stati Uniti dell'uccisione di Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell'organizzazione Daesh, sono trucchi che gli statunitensi sono soliti fare e a cui non si dovrebbe credere, a meno che non vengano fornite le prove.
 
Il presidente giovedì scorso ha aggiunto, durante l’intervista rilasciata alle TV di Al-Sourea e al-Ikhbariya, che l'accordo russo-turco sulla Siria settentrionale è temporaneo, che scavalca gli USA e frena le aspirazioni turche di poter recare maggiori danni, estendendo l’occupazione su più parti del territorio siriano.
 
 Il presidente Al-Assad ha inoltre affermato che l'ingresso dell'Esercito Arabo Siriano nelle regioni della Siria settentrionale, significa anche il ritorno dello Stato siriano con tutti i suoi servizi annessi. Ha anche aggiunto che l'esercito non è rientrato in tutto il territorio, ma ha raggiunto la maggior parte delle regioni.
 
 Il presidente ha sottolineato che la Siria non ha offerto alcuna concessione in merito alla formazione del comitato di discussione sulla costituzione.
 
PRIMA PARTE DELL'INTERVISTA INTEGRALE

Dichiarazione del Partito Comunista del Cile (PCCH)

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Questo 23 ottobre, in manifestazioni e proteste di massa, centinaia e centinaia di migliaia di cileni in tutto il paese e all'estero hanno espresso il loro legittimo malcontento e hanno respinto la repressione e le briciole che il governo di Piñera ha promesso in queste ore.

Queste sono manifestazioni senza precedenti negli ultimi decenni e forse senza precedenti nell'ultimo ciclo storico del Cile.

Milioni di persone si sono mobilitate pacificamente per diversi giorni e tutto indica che le proteste e il malcontento non si fermano. Crescono

Il Cile esige e chiede cambiamenti adesso. E non misure cosmetiche.

Salutiamo e sosteniamo la chiamata fatta dalla MESA DE LA UNIDAD SOCIAL a uno sciopero generale che continuerà domani, giovedì. La giornata odierna è stata la massiccia risposta al pacchetto di misure annunciato da Piñera.

Riteniamo che i partiti politici che devono veramente ascoltare il popolo debbano sostenere questo spazio ampio, democratico e plurale di movimenti e organizzazioni sociali.

L'unico spazio per un dialogo legittimo e democratico è quello che considera, a parità di condizioni, la MESA DE LA UNIDAD SOCIAL. Il governo deve porre fine all'esclusione che cerca di imporre.

Fino ad oggi, il governo ha escluso ed emarginato il mondo sociale e popolare. È giunto il momento per lui di ascoltare davvero le maggioranze nazionali.